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Santorìni

Denominazione:
In greco: Σαντορίνη, ΣΑΝΤΟΡΙΝΗ
Trascrizione italiana: Santorìni



Le case dal biancore abbagliante sono protese verso l’alto. Le cupole azzurre indossano il colore del cielo. E’ questa meraviglia che arrivando dal mare si presenta alla vista.

Emersa in età preistorica, formata dai resti di un cratere vulcanico sommerso dal mare nel II millennio a.C. in seguito ad una eruzione vulcanica di dimensioni catastrofiche, Thira evoca la narrazione fantastica, la leggenda di Atlandide.

È il mito a parlare attraverso i frammenti di Platone, scritti nel 340 a.c. che racconta una storia tramandata da Solone,” Un tempo al di là di quello stretto che voi chiamate le "Colonne d'Ercole" si trovava un isola, più grande dell'Asia e della Libia messe insieme, e da essa si poteva passare ad altre isole e da queste alla terraferma di fronte. Quest'isola di nome Atlantide, nel giro di un giorno e di una notte terribili, scomparve negli abissi”.

Nel II millennio, tra il 1650 e il 1630, l’isola fu colpita da una eruzione vulcanica di dimensioni catastrofiche, si calcola che il vulcano eruttò circa 60.000 metri cubi di lava. Il centro dell’isola sprofondò nel mare, lasciando un enorme cratere, la Caldera, oggi, circoscritta da imponenti e spettacolari falesie dai colori che vanno dal rosso, marrone, ocra e al giallo. I fenomeni eruttivi di intensità notevole, si sono susseguiti nel corso dei secoli in tutto l’Egeo. Thira, il capoluogo, fu quasi completamente distrutto con il terremoto del 1956.

L’antica Santorini, prima del terremoto, era abitata dai minoici, provenienti da Creta che la chiamarono Strongoli- la Rotonda, per via della sua forma circolare a ferro di cavallo.

Il sito archeologico di Akrotiri, che testimonia l’insediamento minoico, ha riportato alla luce le vestigia di questa affascinante civiltà che fu completamente seppellita dalle ceneri del vulcano. I reperti, mostrano in modo chiaro, come era strutturata questa civiltà; alcuni edifici a due o tre piani si sono conservati in ottime condizioni, tenuto conto che sono stati seppelliti per centinai di anni dalla lava vulcanica.

In seguito, fu dominata dai Fenici, dai Dori, dai Romani, dai Veneziani e dai Turchi, sino alla guerra d’indipendenza del XIX secolo dove passò definitivamente alla Grecia.

L’isola mantiene la forma del cratere vulcanico con una ripa sul versante occidentale alta oltre 400 metri e, l'altra, invece, discende dolcemente verso oriente fino al mare, regalando spiagge di ciottoli o di sabbia dal colore bruno che contrastano con il limpido blu del mare.

Dal porto di Skala, si può salire a piedi, oppure a dorso di asino o con la teleferica, sino al pittoresco capoluogo, Thira con il suo dedalo di vicoli, le arcate, il quartiere franco, le sue caratteristiche case bianche, le chiese ortodosse a cupola azzurra e le tante gioiellerie, arroccate lungo la parete interna dell'isola.

Degni di nota e assolutamente da non perdere: il Convento delle domenicane; il Museo Megaron Ghizi all’interno del quale vi sono incisioni del XVI secolo e documenti del XV-XIX secolo, reperti fossili e la documentazione fotografica del terremoto del 1956; il Museo Preistorico dove sono conservati alcuni degli affreschi di Akrotiri( il resto è al Museo di Atene), fra i quali spiccano i resti dello stupefacente affresco delle Scimmie blu (1700 a.C.); suppellettili, mobili, ceramiche del II e III millennio a.C. e molto altro, risalente alla civiltà minoica. Il Museo Archeologico con oggetti, vasi e ceramiche del periodo Geometrico ed Ellenico; il Museo Folkloristico dove sono conservate le testimonianze tradizionali dell’isola; singolare è il Thera Foundation-Petros Nomikos, dal nome del benefattore che ha voluto far ricostruire, partendo dai calchi di alcuni frammenti ritrovati nel sito, gli affreschi di Akrotiri.

Questa cittadina incomparabile si affaccia sulla caldera a circa 200 metri sul livello del mare, dalla quale si ammira un panorama fantastico reso ancora più spettacolare dai tramonti rosso fuoco.

Particolarmente suggestivi e meritevoli di escursioni, sono alcuni villaggi dei dintorni: Firostefani con la chiesetta dedicata alla Vergine di Agios Theodoris; in caicco, da Thira, si possono raggiungere due isolotti della caldera le Kamèni; il rilassante, villaggio di Karteràdos con la sua spiaggia, il tradizionale villaggio di Pyrgos, situato nel punto più alto dell’isola con il suo museo contenente icone del XV e XVI secolo.

Imerovigli che passa lungo l’orlo della caldera dalla quale, sulla falesia si vede spuntare la maestosa fortezza veneziana del XIII sec. di Skàros; il villaggio più suggestivo dell’isola, Oia, ricostruito dopo il terremoto del 1956 ha vicoli lastricati, edifici signorili con bellissimi cortili, casette abbarbicate sulla falesia colorate di azzurro inteso, di bianco abbagliante e di delicata ocra. Da qui, si ammira un panorama sull’Egeo impareggiabile. Naturalmente, da non perdere è il sito archeologico di Akrotiri che oltre all’aspetto culturale e storico, si gode un panorama sulla caldera spettacolare.

Le spiagge sono altrettanto affascinanti e le più note sono: Kamari lunga circa 5 chilometri è formata ciottoli di colore bruno, Monolithos è una spiaggia sabbiosa di colore più chiaro; Perivolos è il prolungamento di Perissa, spiaggia tranquilla con sabbia ghiaiosa di colore scuro e mare limpido. Nel villaggio di Perissa, c’è la spiaggia più estesa dell’isola, sabbia ghiaiosa scura e mare cristallino.

La più suggestiva è la Spiaggia Rossa-Red Beach situata in una insenatura verso il sud dell’isola, il cui colore rosso cupo e a tratti rosso acceso risaltano in modo spettacolare con il blu del mare. Nel villaggio di Perissa, c’è la spiaggia più estesa dell’isola con sabbia ghiaiosa scura e mare cristallino. Verso la punta estrema dell’isola vicino al Faro c’è la tranquilla e poco conosciuta spiaggia di Mesa Pigadia, situata in una piccola insenatura la cui spiaggia tutta di ciottoli grandi color bruno, con il mare limpido.

Tra le località balneari da visitare vi sono a nord Ammoudi ai piedi di Oia; Vlihada, a sud, vicino ad Akrotiri. Sulla cima più alta dell'isola si trova il monastero del Profeta Ilias.

La scrittrice Simone de Beauvoir nel suo libro La forza dell’età, che narra del suo viaggio a Santorini che fece nel 1937 descrive la falesia così” Non era esattamente rossa: somigliava piuttosto a quelle torte millefoglie a strati sovrapposti di colore rosso, cioccolato, ocra, ciliegia, arancio, limone.”



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