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Sèrifos

Denominazione:
In greco: Σέριφος, ΣΕΡΙΦΟΣ
Trascrizione italiana: Sèrifos



Tra Kithnos e Sifnos c’è questa piccola e pittoresca isola ammantata dal fascino del mito. Qui tra le baie riparate dalle suggestive scogliere, tra le spiagge solitarie e il mare dai molteplici colori, dove le rocce formano bizzarre figure antropomorfe, si avverte la presenza del mito: Danae, Perseo e Medusa.

Il mito ci racconta che Perseo l’eroe argivo, figlio di Zeus e di Danae, antenati di Eracle, fu gettato in mare insieme alla madre da Acrisio, padre di Danae. Questo avvenne perché un oracolo aveva predetto ad Acrisio che un figlio di Danae, divenuto adulto lo avrebbe ucciso. Quindi per evitare che ciò potesse accadere, fece rinchiudere la figlia in una camera di bronzo impenetrabile.

Zeus, trasformatosi in pioggia d’oro riuscì a penetrare nella stanza, attraverso una fessura, e si unì a Danae, dall’unione nacque Perseo. Acrisio spaventato, mise la madre e il figlio su di un’arca e la gettò in mare. L’arca fu spinta sulle rive dell’isola di Sefiros dove vennero salvati da Ditti, fratello del re Polidette. Questi, quando Perseo fu adulto, gli ordinò di recidere e portagli la testa di Medusa, l’unica delle tre Gorgoni che era mortale, come dono di nozze con Danae. Perseo con l’aiuto di Atena e di Ermes riuscì nell’impresa mozzando la testa di Medusa.

Leggenda a parte, l’isola ebbe diversi insediamenti umani che si sono susseguiti nelle varie epoche : Cares, Fenici, Cretesi e gli Ioni. In seguito fu dominata dai romani, che come per altre isole cicladiche la destinarono come luogo di esilio. Poi seguirono gli egiziani e i macedoni. I Franchi, sfruttarono, invece, le miniere, ricche di materie prime, e, questo dette un notevole impulso economico all’isola. Nel XVI secolo fu conquistata dagli Ottomani. La dominazione ebbe fine con la guerra d’indipendenza del XIX secolo con l’annessione al regno greco.

Serifos, affascina anche per la sua conformazione geologica essendo nel contempo aspra, montuosa e fertile. Infatti, oltre al mare smeraldino e alle spiagge dorate, si possono ammirare piccole valli coltivate a viti, fichi e mandorli.

Si rimane sedotti dal panorama che offre la Chora, il capoluogo, avvinghiata su di una ripida collina e protetta dal Kastro veneziano, domina il mare e l’approdo sottostante. Il bianco ammaliante delle case, il blu splendente delle chiese, il tutto avvolto dal caldo sole che si riflette sull’Egeo.

Qui è anche possibile visitare il Museo Archeologico, ricco di reperti antichi e la chiesa del XVIII sec. Oltre a questo magnifico e suggestivo paesaggio, l’isola possiede, nei pressi del caratteristico villaggio di Galani, un monastero, il fortificato Moni Taxiarchon dedicato all’Arcangelo, dove sono conservati preziosi affreschi, manoscritti e libri antichi di notevole interesse storico.

Disseminati sull’isola ci sono i villaggi, tutti estremamente suggestivi e pittoreschi con l’architettura tipica dell’arcipelago. Degno di nota è il villaggio di Panagia dedicato alla Madonna con la chiesa del X sec., questo luogo offre un panorama a tutto tondo sull’isola.

Le spiagge, in ogni caso, sono le attrattive più ghiotte dell’isola; fra le tante, troviamo, Ganema, Mega Lividi è una spiaggia per nudisti, Koutalas è una caletta con pietre vetrate, Agios Sostis, Psili Ammos, Agios Ioannis e Sikamia. Oltre, alle stupende insenature selvagge e nascoste ricche di sabbia morbida e dorata che stagliano sul blu dell’Egeo. Un vero paradiso.



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