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Naxos

Denominazione:
In italiano: Nasso
In greco: Νάξος, ΝΑΞΟΣ
Trascrizione italiana: Naxos



Il monte Zeus- Naxos Dias, sovrasta con i suoi 1003 metri, l’isola più grande dell’arcipelago. Situata tra Pàros dalla quale è separata da un canale di soli 5 chilometri, Amorgòs e Mikonos, questa meraviglia delle Cicladi è il luogo dove, secondo la mitologia, Dioniso portò per primo un ramo di vite; da questo evento si racconta che i suoi inebrianti e famosi vini bianche e rosati abbiano origine divina.

Dioniso è anche legato al mito di Arianna e di Teseo. Il dio, quando approdò sull’isola di Naxos, si invaghì di Arianna, figlia di Minosse re di Creta e di Pasifae. Il mito ci racconta che Arianna, innamorata di Teseo lo aiutò ad uccidere il Minotauro. Teseo aveva promesso ad Arianna che una volta ucciso il mostro l’avrebbe sposata. Dopo avere ucciso il Minotauro salparono entrambi su di una nave e presero la via del ritorno. Durante il viaggio consumarono il loro amore, ma prima dell’alba Teseo, volle fare una sosta sull’isola di Dia, l’attuale Nasso.

Dioniso apparve in sogno a Teseo e lo minacciò se non gli avesse dato Arianna. Egli si svegliò atterrito, fuggì e lasciò Arianna addormentata sull’isola. Quella notte stessa il dio rapì la fanciulla e la portò sul monte Olimpo e poi la sposò. Ci sono più versioni del mito, una in particolare la racconta Racine in Fedra dove Arianna sarebbe morta mettendo al mondo il frutto del loro amore con Teseo.

I percorsi storici, dell’isola affondano le radici sin dall’età arcaica VII-VI sec. a.C. dove ebbe il suo massimo sviluppo, come fulcro della civiltà cicladica, durante il quale i Nassi assunsero l’amministrazione del Santuario di Delo. Durante la dominazione veneziana, avvenuta intorno al 1207, l’isola fu sede di un prestigioso ducato che fece costruire i Pirgi, vere e proprie fortezze a difesa dalle invasioni dei pirati. Inoltre, portarono sull’isola il Cattolicesimo.

I veneziani dominarono l’isola fino alla metà del XVI secolo, quando fu invasa dai bizantini, poi dai turchi, che vi restarono fino alla guerra d’indipendenza del 1821 dove fu annessa al regno greco. Di quelle dominazioni sono molto evidenti le tracce sia culturali che architettoniche lasciate nell’isola.

Lussureggiante e fertile isola, dove abbondano piantagioni di agrumi, ulivi, fichi, coltivazioni di cereali e ortaggi; cave di marmo, granito e smeriglio. Oltre, alla produzione del miele e del famoso liquore al cedro, anch’essi dalla prelibatezza divina, possiede magnifiche spiagge di sabbia molte delle quali non ancora assalite dal turismo di massa.

Il capoluogo, la Chora, abbarbicato sulla collina dove domina il Kastro, è il porto principale ed anche il centro commerciale dell’arcipelago. Dall’isolotto di Palàtia, unito al capoluogo da un piccola lingua di terra si possono ammirare le spettacolari vestigia di del tempio ionico del VI sec. a.C. costituite da un gigantesco portale in marmo che la tradizione vuole ricondurre alla dimora di Arianna. Tradizione a parte, fu il tiranno Ligdami, nel 530 a.C., a farlo erigere in onore di Apollo, peraltro rimasto incompiuto.

Al tramonto, queste colonne offrono un spettacolo mozzafiato: la luce del sole al crepuscolo che si distende sul mare e in lontananza la bella Paros.

Particolare degno di nota: con il marmo di Nasso sono state erette, bellissime statue di Kouros, oltre alla terrazza dei Leoni di Delo.

Dal Kastro, con il suo intreccio vicoli gremito di taverne, bar, ristoranti e negozi si accede al quartiere Bourgos, dove si trova la solenne cattedrale del XVIII sec. di Zoodochou Pigis, edificata con pietre provenienti da antichi templi. Degni di nota sono il Museo Archeologico situato in uno splendido palazzo veneziano del 1600, dove sono custoditi reperti della civiltà cicladica.

Il Museo Mitropoleos all’interno del quale è stata riportata alla luce una necropoli a tumulo data tra il XIII e l’ XI sec. a.C. oltre, a numerosi reperti funerari, tra cui un cumulo di pietre Hermax, usate per onorare i defunti. Le pietre venivano gettate, dalle persone, all’indietro all’uscita dalla necropoli. In questo sito sono stati rinvenuti resti di epoche comprese tra il 3200 a.C. e il 500 d.C.

Nei dintorni, si trovano pittoreschi villaggi quali Vivlos con i suoi tipici mulini a vento; Apiranthos detto il “villaggio di marmo” con cui sono costruite le case e il lastricato delle strade. La valle di Lividi, con le sue cave dalle quali veniva estratto il marmo più prestigioso, la valle di Melanes con le torri veneziane.

Per chi ama fare passeggiate e godere dei profumi della natura è particolarmente indicata, la suggestiva valle di Tragia, con i suoi villaggi montani come quello di Halikio dove vi sono anche deliziose chiesette.

Le spiagge sono altrettanto incantevoli e tra le tante vi sono: Agios Prokòpios,(spiaggia tra le più belle della Grecia), riparata dal vento; Agìa Anna ha un piccolo porto di pescatori e due spiaggette sabbiose, una delle quali si estende sino ad un promontorio roccioso sul cui picco c’è una deliziosa cappella; Plàka ha tre spiagge lunghe; Mikris Vigla selvaggia con sabbia bianca e finissima adatta per gli amanti del windsurf; Kastraki che unisce Glyka Nera e Agali Glifàda sono tre spiagge spettacolari, sabbia dorata, mare limpido e vento invitante per gli appassionati di windsurf e del kitesurf.



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