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Milo

Denominazione:
In italiano: Milo
In greco: Μήλος, ΜΗΛΟΣ
Trascrizione italiana: Milos



Lo scenario che si ammira appena giunti sull’isola è un’esplosione di colori la cui sfumatura va dal rosso all’arancione accecante, al verde intenso per degradare al grigio e al nero delle falesie, lambite dalle acque azzurre dell’Egeo.

Le eruzioni vulcaniche che si sono susseguite nell’antichità hanno modellato le rocce conferendo loro dinamiche formosità; così come l’anonimo scultore, del I sec. a.C., con il marmo di Paros ha voluto giocare con il corpo della dea creando la Venere, l’Afrodite del pantheon greco. La bellissima statua della Venere di Milo trovata nel 1820 da un contadino in una grotta situata in un campo nelle vicinanze dell’acropoli, le cui braccia non sono mai state trovate. Oggi il capolavoro si trova esposto al Louvre.

Posta a forma di ferro di cavallo, intorno alla baia di Adamandàs, costituita dal guscio del cratere di un vulcano sommerso, l’isola in passato fu una grande fucina di risorse minerarie che le diedero ricchezza ed indipendenza economica.

Oggi, Milos ha un fiorente sviluppo turistico (con più di 80 spiagge), dovuto anche ai suoi interessanti reperti archeologici quali: le catacombe cristiane di Triliti sobborgo del capoluogo Plaka. Queste catacombe sono uniche in Grecia, e poco lontano da esse si trova il sito di un teatro romano del II sec. a.C.

A Plaka il capoluogo, si trovano il Museo del Foklore, il Museo Archeologico, all’interno del quale vi è una copia della Venere oltre a notevoli ritrovamenti risalenti al neolitico. Plaka sorge sulla punta di una collina dominata da un Kastro da cui si dipanano i cicladici vicoli labirintici, case bianche, balconi ingentiliti da bouganville glicine, gerani e taverne pittoresche; da qui si può ammirare un panorama stupefacente, soprattutto al tramonto.

Adamandàs è il porto principale, il nucleo dell’isola e gira intorno al promontorio, dove vi è la spiaggia di Lagada; mentre nel quartiere di Nèo Hori vi è la spiaggia di Papikinos. Degna di nota è la Agìa Triàda del XVII dove sono conservate rare icone; interessante è anche il cortile pavimentato da bellissimi mosaici. Sul cucuzzolo della collina vi è l’altra chiesa del XIX sec. la Kimisi Theotokou. Oltre a ciò, vi sono incantevoli villaggi, disseminati sulle dolci colline abbelliti dalle casette bianche.

Poco distante, verso nord, si trova Apolonìa, circondata ad una grande baia con una spiaggia dorata ombreggiata da splendide tamerici e adornata da deliziose calette con un mare limpidissimo. Qui, per gli amanti delle immersioni vi è una scuola per sub. Altre spiagge molto belle sono quelle di Mytakas e Agìa Irini poco distanti da Apolonìa. Sul versante sud ci sono le spiagge più belle: Paleochori, sinuosa e con scogli multicolori,; Agìa Kiriaki lunga e ciottolosa; Tsigrado, calette con sabbia color argento ma non attrezzata; Firiplàka, spiaggia attrezzata, acque turchesi, sabbia dorata, qui si può fare nudismo; Provatas, è costituita da diverse piccole baie di sabbia finissima e dorata; Hivadolimni è la spiaggia più lunga dell’isola, con tantissime conchiglie e un mare blu zaffiro. Cosa si può dire di più se non visitarla e, in contemplazione godere della gioia del panorama circostante con la sua costa frastagliata, i colori abbaglianti delle rocce, i suoi aromi trasportati dal vento. Dal mare poi, le morbide onde dell’Egeo, sembrano sorgere dal blu degli abissi con un esotico scintillio.



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